Si riporta di seguito la descrizione della valutazione di resistenza al fuoco delle strutture portanti e di compartimentazione di un’autorimessa interrata esistente in provincia di Milano. Nel caso in questione, si è dovuto procedere modellando l’intera struttura ed andando a sfruttare al massimo le riserve di resistenza dovute al sovraddimensionamento delle strutture a freddo, per via dei ridotti copriferri, soprattutto delle travi, dove in alcuni punti erano visibili le staffe che in fase di getto sono state lasciate appoggiate ai casseri d’armatura senza l’utilizzo di distanziatori.
Altro aspetto che ha portato alla scelta della valutazione di tipo analitico è stata la presenza, come soletta di copertura, di lastre predalles (tipologia molto diffusa nelle autorimesse interrate) prive di dispositivi antiscoppio. La valutazione di tipo tabellare avrebbe obbligato ad effettuare la realizzazione di circa n.1 foro per ogni alleggerimento che, vista l’estensione dell’autorimessa di circa 1500mq, sarebbe corrisposto ad effettuare circa 1500 fori.
La valutazione di resistenza al fuoco per gran parte della superficie, quella per cui è stata richiesta una resistenza al fuoco pari ad R/REI90, si è ottenuta ipotizzando di analizzare al fuoco la struttura post scoppio. Tale tipo di analisi è stata riportata nell’articolo al link seguente:
https://resistenzaalfuoco.it/lavori/299/certificazione-resistenza-fuoco/
Spesso, la presenza di solette predalle recenti (successive agli anni 90) permette una valutazione di tipo analitico, in quanto già fatta dal prefabbricatore che ha predisposto dispositivi antiscoppio, o di tipo tabellare, in quanto, anche se non presente la relazione del prefabbricatore, le solette sono state prodotte con dispositivi antiscoppio. E’ da evidenziare che, anche nel caso di valutazione analitica che prevede la mappatura termica con la presenza del “fondello” in C.A. (quindi senza ipotizzare lo scoppio della lastra) può esser fatta solo se presenti dispositivi antiscoppio all’interno delle lastre predalles.
Per una zona limitata di superficie, dove era presente la centrale termica, la resistenza al fuoco richiesta per la soletta predalles era pari ad R180. I requisiti di tenuta “E” ed isolamento “I” non erano richiesti in quanto la copertura confinava con spazio scoperto. Anche procedendo con valutazione analitica non è stato possibile garantire una tale resistenza per quella porzione di soletta predalles, che è stata protetta con lastre in calciosilicato di spessore 12mm, procedendo ad una valutazione di tipo sperimentale.
Relativamente ai pilastri in C.A., alle travi in C.A. ed alle pareti in C.A. si è proceduto valutando le sollecitazione in combinazione eccezionale di incendio attraverso il codice di calcolo SISMICAD.
Si è quindi eseguita l’analisi termica mediante il programma ad elementi finiti Thermocad modellando le sezioni con i reali copriferri rilevati (sia mediante diffusa indagine pacometrica che mediante limitati “assaggi”), così da considerare la riduzione di resistenza dei materiali (acciaio e cls) in funzione della temperatura raggiunta all’intervallo temporale richiesto ( 90′ per le parti dell’autorimessa e 180′ per le strutture presenti in C.T.).
Le sezioni più sollecitate termicamente e meccanicamente sono state quindi verificate allo stato limite ultimo con le sollecitazioni derivanti dalla combinazione di carico eccezionale di incendio ottenuta dalla curva di incendio standard iso834.
Oltre alla certificazione delle strutture portanti si è eseguita la certificazione delle strutture di compartimentazione che oltre che dalle solette erano formate da pareti in C.A. e pareti in blocchi di cls. Molte delle pareti in blocchi di cls, rispettando le caratteristiche minime richieste dall’allegato al D.M. 16/02/2007 sono state certificate con metodo tabellare (vedi tab.D.4.2 https://resistenzaalfuoco.it/murature/). Alcune delle delle pareti in blocchi di cls, avendo uno spessore ridotto (7cm), non è stato possibile certificarle con metodo tabellare ed è stato necessario proteggerle con lastre in calciosilicato procedendo ad una certificazione di tipo sperimentale.
Uno degli aspetti più complessi è stata la gestione degli attraversamenti delle compartimentazioni dalle tubazioni degli impianti, che, vista l’estensione dell’autorimessa e la presenza della centrale termica al piano interrato, ha comportato l’utilizzo di dispositivi di protezione di diverso tipo ed in numero non trascurabile. Si sono dovuti valutare numerosi attraversamenti di tubi in materiale plastico che tubi in materiale ferroso coibentati all’esterno.
L’attraversamento di un compartimento di tubazioni in metallo, se non coibentata all’esterno e se destinata a contenere acqua, non ha la necessità di esser protetto con collari intumescenti od altro dispositivo ma sarà sufficiente che su entrambi i lati della parete attraversata non sia permesso il passaggio di fumi applicando del mastice acrilico nei pochi mm di vuoto che dovessero formarsi tra il tubo e la malta, per via del ritiro di quest’ultima.
Nel caso in oggetto, essendo presenti tubi metallici coibentati all’esterno ed essendo il contenimento dell’isolamento formato da un tubo in materiale plastico è stato necessario posare dei “materassini/feltro” coibenti certificati per lo scopo in prossimità dell’attraversamento.